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Un giorno mi sono chiesta: “Se non ci piace dove siamo o cosa facciamo o come siamo … se non siamo soddisfatti del punto della nostra vita in cui siamo arrivati… perché non cambiamo? Perché non proviamo a percorrere un’altra strada, anziché quella che abbiamo percorso più e più volte e che, ovviamente, continua a ricondurci allo stesso punto?”

Questa domanda, tanto banale quanto difficile da mettere in pratica, mi ha spinto a cominciare un percorso su di me che mi ha aiutato a conoscermi più a fondo e a capire quali fossero alcune delle “trappole” che disseminavo sul mio cammino e nelle quali, puntualmente, inciampavo quotidianamente.

Ho scoperto in particolar modo, che avevo (e purtroppo ho ancora qualche volta) l’abitudine di etichettarmi!

Non passava giorno, senza che in qualche modo io dessi un giudizio su di me (e… guarda caso… quasi mai utilizzavo epiteti positivi!).

Cominciavo la palestra e dopo una settimana, un mese se andava bene, smettevo giustificando la rinuncia con la frase “…si sa…sono sempre stata una pigrona!”. Oppure iniziavo una dieta e poi mandavo tutto all’aria dopo tre giorni perché “…sono troppo golosa! Non posso stare a dieta!”.

Vi è mai capitato di pronunciare frasi come “Questo sono io” “Sono sempre stato così” “Non posso farci nulla” “E’ nella mia natura” ?

W.Dyer nel suo libro Le vostre zone erronee, spiega come queste frasi possono diventare un deterrente per la crescita. Metterci un’etichetta (che arrivi da noi o dagli altri) significa descrivere non solo quello che siamo stati in passato e siamo oggi, ma anche quello che saremo domani, andando così a influenzare pesantemente quello che sarà il nostro futuro.

Ora quando utilizzo un aggettivo che mi descrive, sto molto attenta a cosa dico: se è negativo, provo ad utilizzarlo in una frase al passato (ad esempio “sono sempre stata una pigrona, ma ora mi sto impegnando seriamente in uno sport!”). Oppure, tecnica che ho imparato al corso Love Management® di Comunicazione, provo a trasformare la parola negativa in quella positiva con il significato più simile (“rigida” diventa “rigorosa”, “molle” diventa “flessibile”).

L’immagine che abbiamo di noi subirà così un deciso e netto miglioramento!

Altro strumento fantastico: la gratitudine! Non c’è modo più semplice ed efficace per superare una difficoltà o un problema, del pensare a qualcosa per il quale siamo davvero grati; pensare a ciò che abbiamo di veramente bello nella nostra vita, ci distoglie, anche solo momentaneamente, dal problema e spesso ci permette di guardare con occhi nuovi quello che tanto ci tedia.

 Ho scoperto che abbiamo un grande potere, spesso sottovalutato:

 possiamo scegliere quali pensieri far entrare ed uscire dalla nostra mente!

Non sempre, ovviamente. Ma quando vogliamo, possiamo farlo.

Nel film “Mangia, prega, ama” sono stata ispirata da questa frase:

“Devi imparare a scegliere i tuoi pensieri allo stesso modo in cui scegli i vestiti ogni giorno”.

E i pensieri positivi, costruttivi, ci regalano emozioni buone, che ci fanno stare meglio.

Mi è sempre facile mettere in pratica tutto ciò? No di certo!!! Ma ci provo, continuamente.

Ed ho scoperto che provarci insieme ad altre persone che condividono con me la stessa voglia di crescita e miglioramento continuo, è più facile! Per questo, una volta al mese, ho l’abitudine di ritrovare persone speciali alla Palestra Love Management®, dove alleniamo dei muscoli nuovi: quelli della mente e del cuore!

Vedi qui quando è il prossimo appuntamento della Palestra Love Management®

Ricordati che in primo ingresso è GRATUITO!

Io insieme a Miranda e tutto il Love Management® Team ti aspettiamo!

 

Laura Costanzo, Love Management® Junior Coach